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1969 |
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1971 |
Tutto ora sembra svolgersi al rallentatore. Rimane carburante solo per meno di un minuto. Sembra che oramai l'allunaggio debba per forza essere tentato, non sarebbe più possibile sbarazzarsi dello stadio d'atterraggio e ripartire verso la salvezza.
Contatto.
Spegnimento del motore.
Silenzio assoluto.
Cosa sta succedendo? Si sono schiantati?
"Tranquility base here, the Eagle has landed."
Solo più tardi venni a sapere cosa Armstrong aveva detto esattamente. Si svolsero scene indescrivibili, le emozioni e lo stupore presero il sopravvento. Si stentava ad accettare come reale l'avvenuto. Eppure era vero, l'uomo era riuscito ad atterrare su un corpo celeste alieno.
Il giorno successivo partimmo in corriera per Lignano e non ebbi la possibilità di vivere in diretta in momento magico in cui Armstrong toccò per la prima volta col piede il suolo lunare e pronunciò le famose parole che tutti, penso, avranno sentito citare: "That's one small step for a man, one giant leap for mankind." Quando però ci recammo in spiaggia, in piazza Abbazia davanti a un ristorante avevano montato un televisore e riuscii ad intravvedere alcune scene poco distinte che mostravano due strani fantasmi slavati che deambulavano goffamente sulla Luna. Che estate!
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