lunedì 6 dicembre 2010

Flashback

Il Samichlaus (a sinistra) e Schmutzli

Il bambino sta guardando dalla solita finestra. Scruta il lontano bordo del bosco sulla collina in direzione di Zurigo. È là che, secondo le affermazioni del padrino, si troverebbe la capanna di San Nicolò. Nella Svizzera di lingua tedesca lo chiamano Samichlaus e pare che viva nascosto nel bosco con l' asinello e l'aiutante Schmutzli. Il bambino non crede all'esistenza reale di San Nicolò come essere sovrannaturale, eppure cerca di capire dove potrebbe trovarsi la capanna e si abbandona a divagazioni sempre più fantasiose.

Anche la sera del sei dicembre non si lascia ingannare tanto facilmente. Il suono mistico di un campanello annuncia l'arrivo dell'onnisciente vecchietto dalla lunga barba bianca e dal sorriso simpatico. Incappucciato e avvolto nel suo rosso mantello è passato a sorprenderlo. L'emozione è grande, ma il bambino si rende benissimo conto della messa in scena. E ne trova conferma quando San Nicolò, dopo aver consultato il suo infallibile librone per stabilire se ha fatto il bravo o no, gli rimprovera capricci di cui non ricorda nulla. E dei capricci che ricorda fin troppo, il vecchio non parla. O ne parla in maniera poco esatta, proprio come i grandi comuni fanno spesso. Ma l'esperienza è intensa, il fascino schietto e immediato. Il bimbo, le guance avvampate, per farsi perdonare recita con ansietà la filastrocca imparata a memoria per l'occasione. Quando poi San Nicolò chiude finalmente il librone e mette da parte la frusta di ramoscelli secchi chiedendogli di aiutarlo a vuotare il grande sacco pieno di doni, la gioia è immensa!

Per i bambini il reale e l'immaginario si fondono in maniera del tutto naturale. A modo loro, però, distinguono bene il vero dal falso. Conviene prenderli sul serio. E conviene mantenere vivi i ricordi genuini della propria infanzia.

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